Breve intervista a Jo Bertolino, celebrante e fondatrice di Tuscanpledges.com, per capire come è stato, fino ad oggi, l’impatto della pandemia nel settore matrimoni.

D: Partiamo dall’inizio… come andavano le cose quando è arrivata la pandemia? 

R: Il 2020 (VentiVenti) sembrava l’anno dei matrimoni, chi non avrebbe voluto sposarsi con una data così attraente? Un po’ come era stato per il 10.10.2010, o l’11.11.2011, solo che non erano date estive, quindi pochi ne avevano approfittato. La pandemia ci ha colti tutti di sorpresa, il settore dei matrimoni, soprattutto del destination wedding, era davvero fiorente, e nessuno si aspettava una battuta d’arresto così netta. All’inizio tutti pensavamo che fosse la stampa a gonfiare la storia del virus, ma a poco a poco abbiamo dovuto arrenderci. E il 2020 è diventato l’annus horribilis per tutti noi.

D: E come hai dovuto gestire gli eventi che erano già programmati? Sono arrivati fino ad oggi aspettando una ripartenza o sono andati persi?

R: Abbiamo cercato fino all’ultimo di salvare per lo meno gli eventi estivi, quando in Italia sembrava che il peggio fosse passato. Siamo quindi riusciti a salvaguardare qualche matrimonio italiano, ma per le coppie straniere che dovevano volare per venire in Italia non abbiamo potuto fare niente. Il problema non erano solo le coppie, ma tutti i loro ospiti. Nessuna coppia poteva costringere i propri amici e/o parenti a volare se non se la sentivano. E poi i voli sono stati cancellati: per fortuna, per molte coppie, il sogno di sposarsi in Italia, ed in Toscana in particolar modo, era talmente forte che hanno deciso di rimandare al 2021 ed al 2022. Purtroppo, non tutte le coppie lo hanno potuto fare: a volte l’età gioca a sfavore, e se l’idea è di iniziare a farsi una famiglia, aspettare un anno o due può essere decisivo.

D: Tu sei nel settore dei matrimoni da molti anni ormai, secondo te i danni al settore sono irreparabili? E se non lo sono, quanto tempo pensi che sarà necessario per tornare ad una specie di normalità?

R: Il 2021 segna una ripresa, il fatto che in Italia stiamo andando al passo con gli altri paesi europei in fatto di vaccinazioni (al momento siamo il secondo paese in Europa per numero di vaccinati) fa ben sperare che si possa presto riprendere il vecchio ritmo. Gli eventi di maggio e giugno sono purtroppo andati perduti, ma i voli Covid-free (con tampone in aeroporto alla partenza ed all’arrivo in Italia) sono una grande risorsa. Dal 21 giugno, il ministero della Salute ha emesso un’ordinanza secondo la quale i cittadini UK in entrata in Italia devono sottoporsi a quarantena di 5 giorni, seguita da tampone molecolare (per intendersi, non quello rapido), il che porta via una settimana di tempo a chi intendeva visitare il nostro paese in concomitanza col proprio matrimonio. Onestamente, mi pare più una riposta politica al fatto che per gli UK l’Italia è ancora ambra. Tutte le coppie con cui lavoro sono state vaccinate con entrambe le dosi e possono dimostrarlo, quindi non si capisce la necessità della quarantena se vengono sottoposti a tampone rapido alla partenza dagli UK ed all’arrivo in Italia. Al momento sembra che gli Americani e Canadesi potranno tornare in Italia dal 1 luglio, ma non tutti se la sentono di volare, anche se abbiamo eventi (per la maggior parte elopements, quindi solo la coppia, o la coppia con pochi ospiti) fissati per Settembre. L’altro problema non indifferente è che organizzare un matrimonio non è un’attività che si può fare da un giorno all’altro. C’è tutto un lavoro di preparazione soprattutto per i wedding planner, che richiede tempo, e tanto!

D: Secondo te il settore è stato aiutato adeguatamente dal governo?

R: Purtroppo no, il governo non ha calcolato che non supportando il mondo dei matrimoni ha penalizzato non solo wedding planners, fotografi, fioristi, catering, musicisti, ovvero i fornitori più ovvi; non ha considerato tutto l’indotto che un matrimonio comporta: il cibo ed il vino vanno prodotti, i fiori coltivati, le macchine fotografiche nuove assemblate, e poi gli abiti, i gioielli, le lune di miele… e potrei continuare!


D: Questa situazione di grande crisi del settore ti ha stimolata a creare nuove iniziative o pensi che non ce ne sia bisogno per ripartire?

R: Devo ammettere che ho sentito di persone che si sono davvero reinventate con successo: io essendo anche una traduttrice ho continuato a lavorare, anche se non come prima. Penso però che non appena potremo ripartire, forse ci lamenteremo del troppo lavoro!

D: Visto che ci si aspetta una forte ondata di “ripartenza” nel tuo settore, pensi che ci saranno dei soggetti che si improvviseranno tentando di accaparrarsi una fetta della torta per esclusivo scopo economico? E se si, cosa ti sentiresti di suggerire a questo proposito  ai futuri sposini?

R: Nel nostro settore, come forse in tutti, ci sono sempre stati gli improvvisati, quelli che pensano di poter fare il wedding planner avendo seguito un corso di un weekend, o che hanno organizzato il proprio matrimonio e quindi si sentono già provetti. Nel mio campo specifico, so che ci sono tanti celebranti improvvisati, e negli anni passati non me ne preoccupavo perché c’era lavoro per tutti. Con la crisi economica scatenata dalla pandemia, è chiaro che le coppie cercano di risparmiare cercando celebranti che costino la metà. Ma continuo a non preoccuparmene, quello che vedo funzionare davvero è il passaparola di coppie che si sono sposate con noi, ed il lavoro dei wedding planner che ci conoscono da anni e sanno la qualità che offriamo.

Alle future coppie, mi sento di consigliare di pensare bene a qual è il momento più importante della loro giornata, e so che diranno la cerimonia. Quindi domandatevi, volete una cerimonia così così, o una che rimarrà per sempre nei vostri cuori e in quelli dei vostri ospiti?